Da Cuneo a Genova in Mountain bike in solitaria, in 8 tappe attraverso le Alpi Liguri e l’Appennino, su sterrati, mulattiere e stradine asfaltate della viabilità secondaria. Per un itinerario di traversata infatti, con la mountain-bike carica e le percorrenze giornaliere sostenute, ho evitato i tratti tecnici o di “portage”, privilegiando la ciclabilità. È stato una specie di pellegrinaggio profano lungo il displuvio spartiacque, sfiorando gli scenari dolomitici del Marguareis e “navigando” nel mare di clorofilla della Liguria montana, ricca di estese foreste e di grandi praterie appenniniche, fino ad arrivare a Genova, la mia città natale. Un viaggio da casa… a casa, denso di sensazioni, dalla dimora odierna a quella dell’infanzia, sentendomi sempre di più “figlio” dei monti e del mare, di certi odori e di certi colori. Le prime due tappe, da Cuneo a Chiusa di Pesio, e da Chiusa di Pesio al Piano delle Gorre, le ho effettuate di pomeriggio dopo il lavoro, senza bagagli e rientrando a casa per il pernottamento. Il tempo è stato spesso incerto, ma la pioggia vera per fortuna l’ho… scansata.
1) CUNEO – CHIUSA DI PESIO (km 32, dislivello m 430) per Ciclabile Parco Fluviale – Fontanelle – Madonna dei Boschi di Boves – Colletta di Rivoira - Madonna dei Boschi di Peveragno – Montefallonio.
Il cielo è livido e torbido. Parto sul facile sterrato del Parco Fluviale, poi dalla Colletta di Rivoira m 703 incomincia il tratto pedemontano, con un tracciato movimentato e tortuoso a piccoli saliscendi sulle colline della Bisalta per boschi, coltivi e casolari sparsi.
2) CHIUSA DI PESIO – RIFUGIO PIANO DELLE GORRE (Km 26, dislivello m 730) per Laghetto Peschiere – Piancampo - Pradeboni – Tetti Pilon - Tracciato “Marguareis Bike” – San Bartolomeo – Crovera – Certosa di Pesio - Casotto Guardaparco - sx orogr. Pesio.
Anche oggi pomeriggio è il cielo molto nuvoloso. Da Chiusa di Pesio m 575 per bei castagneti con rustici isolati mi porto a Piancampo ed a Pradeboni. Con una rampa asfaltata salgo ai Tetti Pilon m 943, dai quali inizia lo splendido tracciato del "Marguareis Bike": si tratta di uno scorrevolissimo e sinuoso singletrack che conduce a San Bartolomeo m 770 attraverso boschi e vecchie borgate. Continuo sull'altro versante della valle per il "Sentiero Chiusa-Certosa" fino alla storica Certosa di Pesio m 859 e proseguo al Piano delle Gorre m 1033, che raggiungo per lo sterrato sulla sinistra orografica dal ponte di Ardua.
3) RIFUGIO PIANO DELLE GORRE – RIFUGIO QUARZINA (km 61, dislivello m 1990) per Passo del Duca – Gias delle Ortiche – Capanna Morgantini – Rifugio Don Barbera – Bosco delle Navette – Upega – Viozene – Balconata di Ormea.
Ieri dopo il lavoro ho preparato lo zaino e la borsa per la bici, con ricambi di vestiario, cartine topografiche ed accessori vari. Questa mattina mi trasportano al Piano delle Gorre m 1033 ed inizio a pedalare con l'aria fresca ed il cielo limpido. Dopo la Cascata del Saut, la vecchia rotabile ex-militare risale il Vallone degli Arpi con lunghi tornanti a pendenza moderata. Si lasciano le grandi conifere del Bosco del Prel e il Gias degli Arpi m 1435, più avanti il paesaggio si apre nei ruvidi scenari del Passo del Duca m 1989, un piccolo intaglio roccioso con caratteristiche guglie che immette sul bordo della desolata Conca delle Carsene. Per lievi ondulazioni raggiungo la depressione del Gias delle Ortiche m 1860, dal quale la piccola rotabile prosegue sotto i contrafforti rocciosi della Cima della Fascia verso la Capanna Morgantini, alla Colla Piana di Malabera m 2220. Dal valico mi immetto sulla sottostante Limone-Monesi, la splendida strada militare d'alta quota che corre sulle Alpi Liguri a cavallo del confine italo-francese. La via è stata recentemente oggetto di lavori di recupero ed il fondo sterrato è più scorrevole. Tra spettacolari vedute dolomitiche sul Gruppo del Marguareis mi porto al Colle dei Signori m 2107 e sosto per il pranzo al vicino Rifugio Don Barbera. Presto risalgo in sella ed oltrepasso il panoramico Passo di Framagal m 2239-2189; dal successivo Colle delle Selle Vecchie m 2097 mi addentro nel vasto bosco di conifere delle Navette. Con una ripida discesa sterrata vado ad intercettare la provinciale che conduce al caratteristico borgo montano di Upega m 1297 (comune di Briga Alta). Per l'impressionante Gola della Fascette m 1211 pervengo a Viozene m 1245 e mi inserisco sulla Balconata di Ormea, un lungo percorso a mezzacosta che collega le vecchie borgate della sinistra tanaro con alcuni saliscendi. Con qualche variante più ciclabile raggiungo infine Quarzina m 1326 e il rifugio omonimo.
4) RIFUGIO QUARZINA – LAGO DI OSIGLIA (km 62, dislivello m 970) per Ormea – Ciclabile Tanaro – Garessio – Colle della Rionda – Vetria – Rifreddo – Colletta di Rifreddo.
Con l'aria frizzante del mattino ed il cielo terso da Quarzina m 1326 scendo su asfalto ad Ormea. Poco primo dell'abitato mi inserisco sulla pista ciclabile della destra Tanaro. Dopo qualche risalita faticosa, oltrepassata la leggendaria Torre di Barchi arrivo a Garessio m 580 e mi gusto una squisita fetta di torta verde che ha già il sapore della Liguria. La Liguria vera e propria la raggiungo poco dopo, attraverso la solitaria stradina asfaltata del Colle della Rionda m 989 tra fitti boschi. Supero il paesino di Vetria, al ponte di Ferriera Nuova m 600 oltrepasso la Bormida di Millesimo e risalgo verso Rifreddo m 720. Dopo le ultime case la via si sterra: per castagneti e faggete doppio il valico secondario della Colletta di Rifreddo m 1092 e scendo sull'altro lato fino ad Osiglia m 660. Mi fermo al Lago m 643, dove mi aspetta Marina, facciamo il bagno e ci riposiamo (notte in albergo).
5) LAGO DI OSIGLIA – CARCARE (Km 52, dislivello m 740) per Orticeto – Colla Baltera – Colle del Doppio Bivio – Madonna della Neve – Pian dei Corsi – Colla di San Giacomo – Colla del Termine – Valle Rio Consevola – Bocchetta di Altare – Carcare.
Giornata torbida con nuvole basse. Da Osiglia m 660 raggiungo la Colla Baltera m 809 per la via secondaria di Orticeto, che poi si sterra, e proseguo tra boschi e scorci rupestri sulla strada asfaltata sulle pendici del Monte Settepani fino al Colle del Doppio Bivio m 978. Tra nuvole e nebbie continuo con piccoli saliscendi per i solitari altipiani del Pian dei Corsi (pale eoliche), con soste alla Madonna della Neve m 935 e alla Base NATO abbandonata m 1020. Persa un po' di quota a m 750 ca. si stacca lo sterrato per la successiva radura della Colla di San Giacomo m 800 (cappella-rifugio), dalla quale, seguendo diligentemente l'Alta Via dei Monti Liguri, attraverso la suggestiva faggetta del Bosco di Savona, con alberi maestosi, ed esco alla Colla del Termine m 663. Per la stretta valletta del Rio Consevola scendo al Altare m 390, con deviazione alla celebre Bocchetta m 458, dove passa il confine tra Alpi e Appennini. Sosta notte a Carcare.
6) CARCARE – RIFUGIO MONTE BEIGUA (km 54, dislivello m 1640) per Ferrania, Bivio Sella, Le Mugge, Colle del Giovo, Stella San Martino, Alpicella.
Tempo bello. Da Carcare m 345 per Ferrania mi porto al Bivio Sella m 457 ad intercettare la faticosa provinciale per Le Mugge m 720 (cippo napoleonico) che corre sul displuvio appenninco. Nel tratto successivo si pedala poco e male. L'Alta Via dei Monti Liguri si tiene a lungo sugli 800 metri di quota, per boschi disordinati e qualche radura, con numerose pale eoliche. Il tracciato, dal fondo dissestato e fangoso, presenta saliscendi malagevoli, mentre per la successiva discesa al Colle del Giovo m 516, ripida e dissestata, non mi resta che proseguire bici a mano. Ritrovo l'asfalto al valico stradale del Giovo (massiccie fortificazioni), e per oggi non lo abbandonerò più. Scendo ancora a Stella San Martino m 320, quindi da Alpicella m 350 ha inizio la lunga e sostenuta salita alla vetta del Monte Beigua m 1287, sempre su bitume. Com'è noto, sulla cima c'è una vera e propria foresta di antenne e ripetitori e un rifugio-ristorante, tuttavia nella luce del pomeriggio la vista sul mare e sulla costa rimane molto suggestiva.
7) RIFUGIO MONTE BEIGUA – POSTO TAPPA AV PIETRA LAVEZZARA (km 67, dislivello m 1200) per Pratorotondo, Albergo Faiallo Vecchio – Passo del Faiallo – Strada del Cielo – Cappelletta di Masone – Masone – Campoligure – Capanne di Marcarolo – Piani di Praglia – Isoverde.
La giornata inizia con il sole e molte nuvole vaganti, nel pomeriggio il cielo diventerà sempre più nuvoloso, con isolati piovaschi. Il primo tratto sulle pendici del Monte Beigua m 1287 e della Cima Frattin (asfalto fino a Pratorotondo m 1100), è panoramico e veloce. Successivamente il sentiero dell'alta via diventa dissestato e poco pedalabile anche nei tratti pianeggianti, tanto ché, ad un certo punto, lascio il displuvio e vado ad intercettare più in basso il malandato stradello per il vecchio Albergo del Faiallo. Dal colle omonimo m 1044 percorro la spettacolare provinciale nota come "strada del cielo", che conduce al Passo del Turchino presso il displuvio sul lato mare. Prima del valico scendo su Masone m 433 per Cappelletta m 642 e continuo fino a Campoligure m 342. Ancora su bitume, intraprendo la salita per Capanne di Marcarolo m 754. Proseguo per desolate praterie appenniniche ai Piani di Praglia m 882. Mi è stato sconsigliato di percorre in Mtb il successivo tratto di Alta Via, per cui visto anche il tempo brutto decido di rimanere sulla viabilità ordinaria, così scendo ad Isoverde m 166 e risalgo a Pietra Lavezzara m 510 al Posto Tappa AV.
8) POSTO TAPPA AV PIETRA LAVEZZARA – GENOVA CENTRO (Km 61, dislivello m 784) per Passo della Bocchetta, Passo dei Giovi, Santuario della Vittoria, Cascina Castello, Crocetta d’Orero, Sant’Olcese, Valico Trensasco, Cammino dei Forti di Genova, Righi, Genova Centro e Stazione P.P.
La mattina a Pietra Lavezzara fa finta di piovere... ma io non ci credo e parto lo stesso verso il Passo della Bocchetta m 772. Con un lungo sterrato piuttosto ruvido e scarsa visibilità tra fitta vegetazione mi porto al Passo dei Giovi m 472, dal quale proseguo sulla via asfaltata del Santuario della Vittoria m 589. Da qui in poi l'Alta Via, a quanto pare, presenta dei problemi di ciclabilità, per cui opto per un percorso più stradale. Per sentieri facili e sterrati intercetto la stradIna asfaltata per Costa Fontana m 534 e per Crocetta d'Orero m 469. In ambiente morbido ed aperto, per boschi e coltivi con casette sparse, proseguo sulla provinciale per Sant'Olcese m 329-145 e risalgo al valico di Trensasco m 398, mentre il cielo schiarisce un po'. L'avvicinamento finale è molto spettacolare, sul cammino sterrato a mezzacosta con i vistosi Forti di Genova e la città in basso che si allarga e s'ingrandisce sempre di più, e il mare che sale sullo sfondo... Ormai sono arrivato! Per ultimo una telefonata a mia cugina Linda, che butti la pasta... (al pesto, ovviamente).
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